Tra le novità assolute del panorama giurisprudenziale italiano emerge con insistenza sempre maggiore uno degli illeciti più odiosi e lesivi della reputazione della persona: la diffamazione su facebook.
Sono infatti numerosi i casi di lesione dell’onore e del decoro di centinaia di utenti facebook che, tramite segnalazioni di amici o per conoscenza diretta, apprendono di essere stati ”taggati” in maniera impropria, apostrofati in modo indecoroso se non addirittura calunnioso, da altri utenti che spesso si celano sotto mentite spoglie.
La diffamazione su facebook: come difendersi?
Senza tediare il lettore nell’analisi dei tecnicismi legali che spesso, lungi dal fornire una chiara risposta al problema generano ulteriori dubbi, l’utente diffamato o ingiuriato ha, a questo punto, la possibilità di scegliere tra due forme di tutela diverse. Da un lato è possibile agire penalmente a carico del responsabile, qualora si sia in possesso di prove forti a carico di costui che ne dimostrano in modo pressocché inequivocabile la colpevolezza; dall’altro lato tuttavia (che rappresenta la stragrande maggioranza dei casi), la tutela in sede penale può risultare poco proficua alla luce della estrema difficoltà di provare la suddetta colpevolezza dell’imputato.
L’unica via attualmente percorribile allora sarà data dalla tutela in sede civile, possibile contro ogni forma di diffamazione compresa quella su facebook.
Infatti in quest’ipotesi non si dovrà provare necessariamente che il colpevole abbia scritto personalmente il messaggio dal contenuto offensivo, ma sarà sufficiente provare che costui avesse la disponibilità dell’account da dove abbiano avuto origine le frasi sgradite.
Nella quasi totalità dei casi questa semplice corrispondenza sarà sufficiente a far insorgere, a carico del titolare, l’obbligo al risarcimento del danno cagionato.
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